Storia del comune

È tradizione che il nome "Castignano" derivi dai meravigliosi castagneti e tale ipotesi si ritiene la più attendibile, visto che l'albero del castagno troneggiava nella piazza principale del paese, figura nel civico stemma e tuttora si erge imponente nel giardino della sede municipale in via Margherita. Alcuni vogliono invece che tale denominazione derivi dalla castità dei costumi dei primi abitanti, altri ancora sostengono che il nome derivi dal Console romano Castino (424 a.C.), fondatore del Paese.

Testimonianza di un antico passato è la "Stele di Castignano", rinvenuta nel territorio castignanese, con iscrizione picena datata VI sec. a.C. è uno dei pezzi più pregiati del Museo Archeologico di Ascoli Piceno, dove è conservata. È stato eretto il monumento alla "Stele di Castignano", nei pressi della Piazza V. Emanuele, con una copia della stessa, vanto dei Castignanesi. È un masso di arenaria con la forma di un cippo rozzamente piramidale tronco, a quattro facce, alto poco più di un metro con iscrizione bustrofedica (si legge alternativamente da destra a sinistra, da sinistra a destra) e rappresenta la prima e più antica iscrizione di alfabeto italico (esempio di scrittura sud-picena più completa). Tra le diverse interpretazioni, la traduzione più condivisa dagli esperti è la seguente: "Questa difesa innalzarono gli Appaei ai loro mani, se qualcuno osa profanare questo luogo del padre e della madre commette sacrilegio".

Il paese, intorno all'anno 1000, era di ragguardevole estensione ma, a causa sia della sua posizione in declivio fra il fiume Tesino ed i torrenti Chifente e Acquachiara, sia della struttura geologica del terreno, costituita da strati di argilla e arenaria, metà dell'abitato sprofondò. Venne così a crearsi l'alto dirupo a sud, fortificato con l'imponente muraglione con tredici arcate che oggi costituisce una delle principali caratteristiche del panorama. Altre devastazioni ha poi subito il paese nel tempo, per effetto di frane e di terremoti (nel 1335, nel 1574 e nel 1717) e, più di recente, per i terremoti del1913 e del3 ottobre 1943.

Nel secolo Xl Castignano entrò a far parte del presidiato dei Farlensi per passare, più tardi, sotto l'autorità del Vescovo di Ascoli. Un dominio, quello di Ascoli, mai accettato dai Castignanesi che intrapresero dure lotte e rivolte popolari per riconquistare la propria autonomia, alleandosi con Fermo, altra rivale di Ascoli. Tra il 1369 ed il1380 Castignano subì anche la breve, ma dura, tirannia di Bollo da Massa. Intorno al 1400, passò sotto la giurisdizione della Corte Romana e, appena un secolo più tardi, nel 1493, ritornò sotto il dominio di Ascoli per mano del Papa Alessandro VI che vendette il territorio del Comune per 3000 scudi.

Nel 1530, su disposizione del papa Clemente VII, fu distrutta la rocca di Castigliani, eretta dagli ascolani per controllare Castignano. Le lotte terminarono nel 1535 quando Michele Recchi, mandato a Perugia a perorare la causa dei Castignanesi presso il Papa Paolo 111, venne ucciso proprio davanti al Palazzo dei Priori, residenza papale, dall'ascolano Astolfo Guiderocchi, inviato a sostenere, dall'altra parte, i diritti di supremazia giurisdizionale di Ascoli. in seguito a tale misfatto, il Papa, nel 1538 restituì definitivamente l'indipendenza ai Castignanesi e nel 1585 Sisto V rese Castignano capoluogo libero anche dal potere temporale del Vescovo di Ascoli, ponendolo sotto la giurisdizione della Diocesi di Montalto Marche, mentre la frazione Ripaberarda e la contrada Castigliani rimasero sotto la Diocesi di Ascoli. I Castignanesi ottennero, in quel periodo, diversi privilegi dal Papa e nel 1590 compilarono lo statuto.

Sotto Napoleone, Castignano entrò a far parte del Regno d'Italia nel cantone di Montalto, ma nel 1815 venne di nuovo inglobato nella Delegazione Apostolica di Ascoli. Nel1860 i Castignanesi votarono in modo compatto a favore del Regno d'Italia e furono i primi ad innalzare il vessillo nazionale.

 

Castignano da visitare

Castignano sorge arroccato sul più alto di cinque colli gemelli che sorgono al confine tra la vallata del fiume Tronto e quella del fiume Tesino. Il paesaggio che lo circonda è suggestivo ed intatto, caratterizzato dal fenomeno erosivo dei calanchi. Castignano appare agli occhi dei visitatori con il suo profilo inconfondibile: un paese a forma di piramide, sostenuto da un colossale muraglione e dominato da una torre romanica dalla cuspide svettante. Dalla piazza in cima al paese si gode di un magnifico panorama che spazia dal Conero ai Sibillini, al Gran Sasso, alla Maiella, fino al mare.

 

Centro storico

Il centro storico con le sue chiese romaniche, le case medioevali e rinascimentali le une addossate alle altre in un dedalo di vicoli stretti e tortuosi, si presenta come un museo all'aperto, quasi fuori dal tempo, conserva intatti i colori ed i sapori del passato, le storie di monache e frati, di soldati e tiranni, di invasori e lotte eroiche, di artisti, di artigiani, ma soprattutto dei templari. Essi hanno infatti operato a Castignano per moltissimi anni poiché il paese fu punto nodale di transito di pellegrini che da Roma si muovevano verso i porti di imbarco per la Terra Santa ed eressero la chiesa di Santa Maria del borgo nel XII secolo detta anche dei templari in quanto in essa si rintracciano alcuni segni che andrebbero ad accreditare la presenza dei cavalieri nel borgo di Castignano. Primo fra tutti la presenza di fianco alla chiesa di un ospitale, caratteristica struttura sempre presente nelle chiese appartenenti ai cavalieri del tempio.

Altro segno inequivocabile della presenza dei templari è la formella con il tau, simbolo della croce in uso nel medioevo ed assunto dal potente ordine militare dei templari, che sovrasta il portale di ingresso di sinistra. La scoperta di affreschi all'interno della chiesa e la loro datazione, andrebbero a supportare l'idea di una chiesa più antica già preesistente alla venuta in loco dei monaci benedettini e che appunto la tradizione vuole edificata dai cavalieri del tempio.

 

Chiesa di Ss Pietro e PaoloChiesa di San Pietro e Paolo

Nella parte più alta del borgo, attraversando l'incasato costruito in laterizio si arriva alla chiesa di san Pietro e Paolo. Caratteristici sono il rosone in travertino presente sulla facciata con al centro il volto del "redentore" ed il portale in terracotta, che all'imposta dell'arco reca lo stemma di Castignano.

Al suo interno la chiesa è a due navate con copertura a capriate, caratteristici sono gli altari lignei in stile baroccheggiante. Sulla parete destra della chiesa affascina l'affresco del "giudizio universale", dipinto nel quattrocento, con la descrizione della vita nell'aldilà, la cui complessità descrittiva è ancora oggetto di studio. Inoltre, all'interno della chiesa è presente la cripta dell'addolorata, risalente con probabilità al periodo farfense sulle cui pareti ci sono tracce di affreschi attribuiti a Vincenzo Pagani e Vittore Crivelli.

Nel museo diocesano intercomunale di arte sacra allestito all'interno della sagrestia, è possibile ammirare una delle opere più preziose: il "reliquiario - ostensorio della croce santa" d'argento dorato, opera di oreficeria del periodo tardo-gotico, lavorato a cesello, commissionato nel 1488 dai padri conventuali all'orafo ascolano Pietro Vannini.

La parte centrale è costituita da un tempietto composto da sei colonnine tortili dove è collocata una croce che conserva le reliquie (frammenti di legno della colonna sulla quale cristo fu flagellato) donate a Castignano da papa Nicolò IV nel 188

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