Il Polo Museale
Rimane sorpreso il turista di passaggio a Castignano nel visitare il polo museale di arte sacra e delle icone. Non si aspetta la bellezza e il fascino di una tale esposizione, lodata perfino dalla soprintendenza di Urbino e ricercata da studiosi di tutta Italia. Il museo, aperto nel 2009, è frutto dell'appassionato collezionismo quarantennale del castignanese mons. Vincenzo Catani, attualmente parroco a San Benedetto del Tronto. La collezione è situata nel settecentesco palazzo, collocato dietro l’antica chiesa di S. Pietro, appartenuto, fino agli anni '50, alla famiglia De Scrilli. Il palazzo diventò, negli anni 1953-54 di proprietà della locale ditta edile di Ilio Tomassini e di altri soci, in cambio di lavori effettuati alla famiglia De Scrilli. Successivamente il palazzo passò interamente al figlio Ernesto Tomassini. Costui, con atto notarile del 1 dicembre 1997, vendette l’immobile al Comune di Castignano, che operò il restauro dell’intero palazzo. Nel 2009 palazzo è stato concesso in usufrutto al museo di arte sacra. Esso si estende all'interno dei due vasti piani (più ammezzato e pianoterra) con le sue stanze costruite "a fuga" (una a seguire l'altra in continuità prospettica) e con alcuni soffitti che riportano ancora l'originaria dipintura.
Al piano rialzato è stata collocata una biblioteca, con circa 6.000 volumi a stampa e formata da opere soprattutto a carattere storico ed artistico. La sezione dei manoscritti conserva alcune rarità, tra cui 53 lettere autografe dal 1806 al 1816 del vescovo di Montalto Francesco Saverio Castiglioni, divenuto poi papa Pio VIII. È anche presente una grossa sezione di libri sul risorgimento italiano. All'interno della biblioteca è stato collocato un piccolo lapidario ed è esposto la statua lignea trecentesca di s. Antonio abate.
Al primo piano è collocata la sezione di arte sacra, divisa in sala degli argenti (tra cui 194 medaglie papali dalla fine del ‘700 ad oggi, croci, calici, pissidi, navicelle, ostensori ... ), due sale di quadreria e una sala dei legni. Ogni sezione presenta vere preziosità, tutte da godere. Nella stessa sezione è stata ricostruita una sacrestia di fine settecento con interessante materiale liturgico.
Al secondo piano è collocata la sezione delle icone, una vera rarità per i preziosi 80 manufatti bizantini distribuiti nelle cinque sale. Il percorso inizia con la sala delle iconostasi e delle porte regali (con due porte originali di legno). Segue la grande sala, dove risaltano subito all'occhio le sei icone con le cornici di legno intagliate e dorate, opere dell'ottocento russo. Nella seguente sala di passaggio sono collocate le icone soprattutto mariane, tra cui la bellissima l'icona multipla con ovali di porcellana. Segue la sala di fondo che presenta le icone rivestite dalle "rize", cioè il rivestimento metallico, che generalmente lascia scoperte le parti essenziali dell'icona, trattato con tecnica artistica assai raffinata, in cui sono presenti le tecniche orafe completate da smalti policromi, filigrane, incastonatura di perle o pietre dure. Si termina con la sala del sottotetto in cui sono state riunite le icone che riguardano i santi (Nicola, Giorgio, Elia ... ). Spicca una interessantissima icona raffigurante quattro santi, trattata con una riza di pastiglia argentata. Colpiscono anche due icone "menologiche", cioè calendari divisi per mese, raffiguranti i santi di ogni giorno.
Nel pianoterra è stata collocata, in due stanze, la sezione antiquaria e la sezione moderna. Nella prima si nota in particolare il grande cippo romano di Cornelia, una lapide sepolcrale greca, una lapide bizantina, piccoli reperti archeologici, una grande statua in pietra del XV secolo. Segue la seconda stanza che offre opere bronzee e in terracotta di epoca contemporanea. Fa spicco un notevole corpus di opere dello scultore di S. Benedetto del Tronto Paolo Annibali, presente anche con alcuni disegni di notevole bellezza
Nel piccolo depliant di presentazione di questo polo museale castignanese si legge: "una sorpresa che non ti aspetti". Quanti l'hanno visitato hanno confermato l'affermazione. Si tratta infatti di un museo davvero speciale, nell'incanto di un intatto centro storico piceno.